Alemagna: da Gioacchino ai pronipoti Tancredi e Alberto

Con questo articolo, diamo il via ad una serie dedicata agli imprenditori ed ai fondatori d’azienda italiani.

Cominciamo con Gioacchino Alemagna, nato il 13 maggio 1892 e morto il 23 settembre 1974.

Il cognome non lascia dubbi 🙂 E’ stato il fondatore dell’azienda alimentare Alemagna, uno dei marchi dolciari più famosi d’Italia, che ha fatto del panettone uno dei simboli di Milano.

Pasticcere proveniente dalla provincia milanese, Gioacchino creò negli anni venti a Milano il suo primo forno dolciario, per poi prendere in gestione nel 1925 un suo caffè-pasticceria, dove vendeva direttamente i suoi prodotti. Nel 1933 ampliò la propria attività, con il celebre bar-pasticceria in Piazza del Duomo, che divenne il locale alla moda della città, negli anni prebellici, grazie alla produzione del panettone.

Da Treccani

Puntando sulla qualità dei prodotti prima che sulla quantità – una scelta che contraddistinse le sue attività anche in seguito – egli riuscì ben presto a farsi un nome e a conquistarsi una buona clientela. In tal modo fu anche relativamente semplice effettuare il passo successivo: il trasferimento del negozio in una zona più centrale di Milano. È infatti del 1922 l’apertura di una pasticceria in via Carlo Alberto (l’attuale via Mazzini). Il grande intuito imprenditoriale dell’A. si manifestò anche in altre maniere. La confezione dei dolci a quell’epoca continuava ad essere svolta su base artigianale: fino alla metà degli anni Venti, in effetti, non si può parlare di industria dolciaria in Italia. Non solo le ricette per la preparazione dei prodotti venivano tramandate dal capopasticcere all’aiutante secondo una tradizione e dei modelli risalenti ai secoli precedenti, ma anche le attrezzature tecniche risentivano sensibilmente del clima generale nel quale si svolgeva questo tipo di attività economica. Mostrando un indubbio spirito pionieristico, l’A. fu il primo a richiedere alle industrie meccaniche la progettazione e la realizzazione di macchinari adatti all’industria dolciaria“.

Nel dopoguerra Gioacchino si ritirò dall’attività cedendo l’azienda al figlio Alberto, che negli anni quaranta-cinquanta ingrandì l’attività paterna. Si deve ad Alberto l’aver reso celebre il marchio della ditta, il Duomo di Milano stilizzato.
In quegli anni si stava sviluppando un altro celebre marchio, la concorrente Motta.

Nel periodo del boom economico (1) vennero aperti stabilimenti a Cornaredo ed a Napoli, numerosi negozi monomarca in tutta Italia e un cospicuo numero di Autogrill sulle Autostrade, oltre alla produzione di gelati e delle caramelle a marchio Charms e Sanagola.

La crisi che colpì l’Alemagna alla fine degli anni sessanta indusse la proprietà a cedere il 50% del pacchetto azionario alla SME, del gruppo IRI, che già aveva rilevato la Motta, la quale poi fuse nel 1975 le due storiche aziende in unica società, la Unidal (poi ridenominata Sidalm).

Nel 1986, dopo lo scioglimento della Sidalm, il marchio Alemagna fu incorporato da SME insieme alle altre controllate Motta e Pavesi nel gruppo Alivar, che divenne così l’unica società gestrice dell’intero comparto dolciario della stessa holding alimentare pubblica. Nel 1990, dopo lo scioglimento anche dell’Alivar, i marchi Alemagna e Motta furono incorporati nel neocostituito “Gruppo Dolciario Italiano”, società appositamente creata da SME per gestire le attività del comparto dei prodotti dolciari a consumo festivo. Nel 1993, in ambito di totale privatizzazione della SME, il “G.D.I.” fu ceduto insieme alla Italgel alla multinazionale svizzera del settore alimentare Nestlè. Infine, il marchio Alemagna è stato ceduto da Nestle’ nel 2009 alla industria dolciaria italiana Bauli. Charms e Sanagola cedute a Fida.

Famiglia Alemagna
La famiglia Alemagna. Foto via tamilano.com

Un grande esempio di spirito imprenditoriale, il nostro Gioacchino. La sua passione e la sua lungimiranza hanno generato buoni frutti.  Nel 2014, nel cuore di Milano, i fratelli Tancredi e Alberto, nipoti di Alberto,  hanno inaugurato il primo T’a Milano Store & Bistrot. Ed ora sognano la riconquista dello storico marchio del panettone milanese.

Un’intervista ai fratelli più dolci d’Italia si può leggere qui.

Qui possiamo ascoltare Tancredi.

E qui Alberto.

Un immenso in bocca al lupo ai pronipoti di Gioacchino!

Clara


Testo rielaborato dalle voci di Wikipedia:


(1) Boom economico
Il miracolo economico italiano (anche detto boom economico) è un periodo della storia d’Italia, compreso tra gli anni cinquanta e anni sessanta del XX secolo, appartenente dunque al secondo dopoguerra italiano ovvero ai primi decenni della Prima Repubblica e caratterizzato da una forte crescita economica e sviluppo tecnologico dopo l’iniziale fase di ricostruzione.

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