Consumi. La realtà prima e oltre le statistiche

Ecco un’altra notizia, che ci dice che la crisi porta gli italiani a fare attenzione al portafoglio.

Rifiuti, Coldiretti: italiani sprecano meno e il 44% mangia gli alimenti dopo la scadenza

 

Benedetti numeri!

A leggere continuamente le notizie e le statistiche, va a finire che quasi non ci si raccapezza più.

Certo, è vero che i numeri parlano da soli, ma attenzione!

Guardando gli scenari rappresentati dalle statistiche e riportati online, c’è da chiedersi sempre a chi vengono fatte le domande e in quali città, in quali quartieri, in quali strade. Da strada a strada c’è un’enorme differenza malgrado si trovino nello stesso quartiere…

Non sempre, nei casi di sondaggi e inchieste fatte via internet, sono noti i ritmi di vita e le condizioni economiche delle persone che partecipano.

Tutt’altra cosa sono le informazioni provenienti dall’Istat, da considerare affidabili oltre che ufficiali.

Personalmente, mi posso basare su quello che vedo girando per le strade di tante città specialmente in Italia, in Francia e in Belgio.

Più apro gli occhi e più mi rendo conto che l’essere umano non ha bisogno di molto per vivere, ma egli deve darsi tanto da fare per pagare in maniera assolutamente sproporzionata alle “richieste” della vita stessa.

E questo provoca umiliazione, malcontento, tristezza. Ecco che per equilibrare e compensare il suo senso di insoddisfazione, l’essere umano cerca di spendere in cose che gli possano procurare piacere.

Non solo.

A volte succede che non potendo ottenere quello che desidera e non sapendo come fare ad ottenerlo, può cadere in vortici malsani, che implicano situazioni dolorose come indebitamento, lavoro sottopagato e non consono alle sue capacità e aspirazioni pur di avere del denaro a disposizione, gioco patologico…

La nota di chiusura è dolente, lo so bene… ma non è leggendo i numeri e credendo ciecamente alle statistiche che si crea un mondo migliore per tutti.

Tornano a presentarsi con urgenza due parole chiave per tutti: legislatori, amministratori, governanti, produttori, venditori, consumatori.

E quelle parole sono: consapevolezza e presa di coscienza nei pensieri, nelle scelte, nelle azioni del vivere, dell’operare e del consumare.

Clara, visionaria pragmatica 🙂

P.S. A proposito della diffidenza per le statistiche, suggerisco la lettura di un articolo scritto dall’economista  Fabrizio GalimbertiImpariamo a interpretare i numeri e le statistiche

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