Si scrive Gen Z e si legge prossima generazione di consumatori di massa. Vi appartengono i nati dal 1998 ad oggi e sono circa 2 miliardi in tutto il mondo.
Secondo Patrizia Martello, Consumer Culture Consultant di Ketchum Italia e Docente di Sociologia della Comunicazione presso NABA Milano, “(…) Circondati dalla tecnologia, sono i veri nativi digitali, almeno i più piccoli, che come primo device hanno avuto in mano uno smartphone. Lato consumi, scelgono l’accesso e non il possesso di beni, il paradigma dello sharing per loro è il mindset naturale, se garantisce esperienza e fruizione di ciò che vogliono. Indipendenti, autosufficienti e proattivi esercitano la loro autonomia nelle scelte quotidiane e in quelle familiari più importanti per la loro crescita e il loro futuro. (…)”.
Leggi l’articolo completo: La Generazione Z in 15 caratteristiche: Ketchum fotografa i consumatori del futuro
Riguardo al tempo speso online e offline, secondo quanto si legge in un articolo su dailyonline.it:
Millennials (nati tra il 1980 ed il 2000, ndr) e Baby Boomers (nati tra il 1945 ed il 1965, ndr) hanno speso in media 1 ora 2 minuti su internet da PC al giorno nel primo trimestre del 2017. Gen X ha speso circa 1 ora e 20 minuti, sempre secondo la relazione. Al contrario, la Gen-Z ha trascorso otto minuti al giorno online via pc. La stragrande maggioranza del tempo online avviene da dispositivi mobili. I membri della Gen Z, inoltre, hanno maggiori probabilità di acquistare nei negozi rispetto ai Millennial e lo preferiscono all’ecommerce, secondo diversi studi. Tuttavia, la tecnologia influenza pesantemente i loro comportamenti di acquisto nei negozi.
Anche una recente ricerca di PriceWaterhouse Coopers, riferita agli Usa ma indicativa della propensione degli adolescenti, rileva che quando vuole fare acquisti, la Generazione Z preferisce andare in negozio.
Nell’indagine l’81% dei “giovani” intervistati della Gen Z ha dichiarato di preferire l’acquisto nei negozi, mentre il 40% ha affermato di acquistare solo nei negozi.
I clienti di oltre 17 anni, invece, hanno detto di preferire dividere i loro acquisti uniformemente tra online e negozio.
La preferenza del negozio li rende diversi dai millennial. Il 60% degli intervistati dei giovani Gen Z ha dichiarato di preferire il centro commerciale per lo shopping. Secondo PwC, i centri commerciali sono tre volte più popolari di altri tipi di negozi per questi clienti, compresi outlet e i negozi del centro.
E i Millennial italiani? Nielsen ci dice che per loro la spesa non è routine
I ventenni e neo-trentenni effettuano la loro spesa tra le due e le tre volte a settimana, visitando punti di vendita differenti e, sempre più spesso, specializzati. È evidente che la scelta dei momenti e dei luoghi in cui acquistare i prodotti di largo consumo stia diventando – per citare Bauman – liquida. I Millennial acquistano di più online, al tempo stesso si recano più frequentemente nei piccoli negozi di alimentari, nei discount, negli specialisti drug e partecipano ai Gruppi di Acquisto Solidale nella propria zona. Sono propensi ad attivare fonti d’acquisto diverse, a seconda del bisogno del momento e della “convenience”. Niente routine, quindi: la scelta del punto vendita dipende da un mix fattori, tra i quali la prossimità, la convenienza economica e la qualità/innovazione dei prodotti offerti.
Il commento di Clara
Adoro la scelta di quegli adolescenti e dei giovani, che dimostrano la loro voglia di sperimentare gli acquisti nei negozi di “calce e mattoni”.
Leggo che apprezzano il centro commerciale come luogo per riunirsi e passare il tempo, fra negozi, bar, gelaterie e ristori di vario genere.
A mio parere, ciò dimostra che il bisogno di socializzare non sia ancora tramontato. Se le città si risvegliassero creando nelle strade la stessa atmosfera esperenziale che si respira nei centri commerciali, non potrebbero forse avere anche esse la stessa frequenza di una marea di giovani con la voglia di riunirsi? Oltretutto, senza dover passeggiare in gallerie o strutture al chiuso, in aree che – seppur ben organizzate e gestite – mancano di aria ossigenata, di luce solare, di colori e natura veri.
Teniamo ben presente queste caratteristiche:
Generazione Z: così i marketer scoprono un nuovo target “d’oro”
La Generazione Z sembra essere (…) mediamente più sensibile, rispetto alle precedenti, alle cause ambientali e sociali. I suoi membri sono spesso impegnati in attività di volontariato dopo il lavoro o l’università. Per questo hanno una speciale predilezione per i brand che si mostrano sensibili ai problemi e alle questioni sociali e che operano attivamente alla ricerca di una soluzione.
Tutto può coesistere: piccoli negozi e centri commerciali. Basterebbe migliorare le strutture nei centri urbani, come per esempio creare dei portici dove le persone possano camminare senza bagnarsi in caso di pioggia e senza scottarsi sotto il caldo sole in estate. I portici sono sempre stati luoghi romantici e punti d’incontro, di appuntamenti; in ogni parte dell’Italia dove si trovano rendono vive le strade e i locali che li adornano.
Non è poi così difficile seguire il flusso dei desideri nella mente e nel cuore degli umani per far rivivere finanziariamente, emozionalmente, artisticamente e culturalmente la nostra bella Italia ed i suoi magnifici, solidali e forse utopistici abitanti.
Per un’Italia migliore,
Clara