Se fossi un’extraterrestre e arrivassi per la prima volta sulla Terra, penserei ad un mondo di morti di fame…
I miei occhi e la mia mente verrebbero bombardati da messaggi pubblicitari sul cibo e da programmi televisivi che vedono protagonisti chef esperti ed aspiranti tali che fanno a gara per preparare pietanze di tutti i colori…
Ed una volta letti i numeri elaborati “sulla base dei test ‘Diari di Famiglia’ eseguiti dal ministero dell’Ambiente con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari dell’Università di Bologna e con Swg, nell’ambito del progetto Reduce 2017, a un anno dall’entrata in vigore della Legge per la limitazione degli sprechi, l’uso consapevole delle risorse e la sostenibilità ambientale, la cosiddetta Legge Gadda“, penserei subito di trovarmi in una situazione paradossale!
Eccoli qui i numeri, come riporta la notizia pubblicata su Adnkronos.com, dal titolo molto eloquente:
Lo spreco di cibo vale 15,5 mld all’anno: quasi l’80% si fa in casa
“Nel dettaglio vale oltre 3,5 miliardi annui lo spreco alimentare nella sola filiera, ovvero dai campi (946.229.325 euro) alla produzione industriale (1.111.916.133 euro), agli sprechi nella distribuzione (1.444.189.543 euro). A questa cifra vanno aggiunti i 12 miliardi dello spreco domestico reale (quello percepito si ferma a 8 miliardi)“.
Leggendo ancora, scopriamo che:
“Il frigo, la dispensa, e le mense scolastiche sono tra i principali luoghi dove ogni giorno cibo ancora perfettamente buono e sano inizia il suo percorso verso la discarica“.
Capisci ora perché se fossi un’extraterrestre, l’Italia mi sembrerebbe abitata da morti di fame e penserei che tutto questo ha del paradossale?
Da una parte abbiamo una pubblicità mirata sui generi alimentari, poi abbiamo i minisupermercati, i discount, i supermercati di grandi superfici, che ogni giorno ci tempestano di spot e si fanno la guerra a chi ha i prezzi più bassi, compresi quelli del biologico.
Accendiamo la TV e non vediamo altro che nuovi chef o scuole e gare di cucina!
Pare insomma che tutto l’interesse sia concentrato sull’alimentazione, sulla degustazione e sulle gare a chi cucina meglio.
Ecco di nuovo i rovesci della stessa medaglia chiamata alimentazione.
- Lato “testa”: cibi di tutti i tipi, arricchiti di “nutrimenti benefici” innovativi, seducenti ed accattivanti.
- Lato “croce”: uno spreco che potrebbe risolvere il problema della fame nel mondo.
Credo che l’aumento del numero dei supermercati sia una delle cause maggiori che a lungo andare ha generato quella che io chiamo una situazione paradossale.
Al vedere sugli scaffali le scritte “offerta prendi 3 paghi 2” oppure “sconto di € 1,50” e via scontando, le persone sono facilmente influenzabili rispetto al loro portafoglio, e sono serenamente convinte di risparmiare.
Pia illusione!
In realtà non si risparmia già dal momento che si compra e per di più il prodotto diciamo regalato resta in stock nelle case, ed a quello stock ogni volta si aggiungono altri stock e alla fine i primi prodotti messi in stock vengono coperti da altri e ci se ne dimentica.
Ogni tanto, presi come da un raptus, si fa una grande pulizia degli armadietti o degli scaffali della cucina, e si scoprono i prodotti scaduti.
Questa è solo una minima parte dello spreco; ci sono poi altre parti che nascono dall’acquisto di nuovi prodotti in lancio ma che poi non sono apprezzati come gusto e quindi finiscono nella spazzatura.
E poi ci sono anche altri motivi per acquistare in quantità che supera il reale fabbisogno.
Qui entra in gioco direi il nostro DNA.
Si fa la scorta per non morire di fame.
E’ una questione di salvaguardia della nostra vita, e questa parte è la più difficile da modificare perché la vita è sacra e importante, quindi la paura della mancanza di cibo fa fare accumuli esagerati.
Lo squilibrio fra le due facce della moneta chiamata Alimentazione.
Sensibilizzare le persone sull’argomento del risparmio nell’acquisto degli alimenti vuol dire nella mente delle persone stesse tempo di povertà, vuol dire privazione, castigo, con conseguenze sulla loro psicologia e sulle loro emozioni inconsce, che si formeranno in un prossimo futuro; un futuro di depressione, nevrosi, rabbia, sottomissione, incapacità di reagire (un po’ come oggi…).
Si vuole promuovere la grande distribuzione? O forse sarebbe meglio far rivivere le strade della città con i famosi bottegai dove si comprava solo il necessario? Soltanto al sabato si faceva una spesa doppia per la bella domenica in famiglia e al lunedì si mangiavano gli avanzi della domenica.
Trovo importante fare una semplice chiarezza.
Spendere non vuol dire Risparmiare
Quando si risparmia sul serio, si riflette prima su come spendere e si compra solo il necessario anche recandosi nelle grande superfici, mettendo i paraocchi in tutte le direzioni fra gli scaffali.
Portare con noi tutte le pubblicità su carta o quello che si ha in memoria dopo aver visto la pubblicità in TV non è foriero di risparmio. Forse invece è proprio l’inizio dello spreco.
La buona notizia, stando sempre a quanto pubblicato da adnkronos.com, è che
“cresce fra i cittadini la sensibilizzazione intorno al tema spreco: l’Osservatorio Waste Watcher (Last Minute Market/Swg) stima che 7 cittadini su 10 sono a conoscenza della nuova normativa e oltre il 91% considera grave e allarmante la questione spreco legata al cibo, mentre l’81% dei cittadini si dichiara consapevole che il cambiamento deve avvenire innanzitutto nel quotidiano“.
Bene, dunque. Passiamo dalle parole ai fatti, no?
Il mio consiglio per tutti è: meditare prima di acquistare.
Buona spesa,
Clara