Un giorno d’estate, immersa nel flusso del lavoro intorno al progetto MCHFAF!?, mi colse l’ispirazione di scrivere un’email ad un governatore regionale, con le mie riflessioni sulle sorti del turismo e del commercio in Italia.
Pochi giorni fa, per la precisione il 27 settembre, si è celebrata la Giornata Mondiale del Turismo (se te lo sei perso, puoi leggere qui l’articolo) ed oggi torno a parlarne perché sono fermamente convinta della necessità dello sviluppo del turismo commerciale.
E’ la colonna portante di tutto, un potente motore dell’economia, è grazie al turismo che si nutre la cultura, il miglioramento dell’ambiente, la pace, posti di lavoro, ricchezza, nuove relazioni, nuova comunicazione.
Fin qui, gli ideali. Quello che sarebbe desiderabile. Ma c’è un però. Specialmente in Italia, ad esempio, vedo la continua diminuzione del numero degli alberghi. Niente in contrario su b&b ed agriturismo, se non che l’ospitalità – quella che da un tocco di eleganza e di fascino – sta sparendo, tantissimi grandi alberghi vengono trasformati in residence…
Perché?
Chi ci guadagna?
Le giuste strutture, idonee per ogni tipo di turismo, aiutano a creare ed a sviluppare il relativo indotto, quali bar, ristoranti, tabaccherie, negozi di ogni genere, che nasceranno in base al flusso dei turisti.
E siamo al dunque… Che tipo di turismo desidera l’Italia?
Quanto capitale vuole importare?
Video prodotto da italia.it ed estratto dal DVD “Italia Much More” a cura di Work Tourism Evento-Fiera sulle Professioni nel Turismo che si è svolto ad Agrigento nel marzo 2012.
Ho visto arrivare in Liguria molti russi, americani, danesi, inglesi, tedeschi, che hanno comprato rustici, case, terreni, per poi andarsene dopo qualche anno e trasferirsi in Costa Azzurra a cento metri di distanza…
Cosa è successo? Come riceviamo le persone?
Mi sono interrogata e sono andata a chiederlo direttamente ad alcuni di loro.
Ecco due tipi di risposta, emblematiche nella sostanza.
- Troppa burocrazia, se si vuole fare una modifica interna della casa ci sono troppe domande e servono troppi soldi per geometri, ingegneri, geologi e via burocratizzando. Qui invece presenti la domanda in comune ed è fatta!
- I vicini sono gelosi, non mi lasciano il passaggio e se metto una pianta davanti al loro terreno me la distruggono, mi fanno i dispetti…
Si commentano da sole.
Oggi (quasi) tutti godono del diritto di viaggiare, per tanti diversi motivi: oltre alle vacanze, ci sono i viaggi di studio, i pellegrinaggi, le cure – termali o no, la formazione, gli affari, le attività culturali…
E dunque, aiutiamo le persone di qualsiasi ceto sociale a stare bene nei vari contesti, e tutto il resto vien da sé.
Aumentando la domanda, cresce di conseguenza anche l’offerta. Quanto più grande è il flusso di persone che arrivano in un luogo (incoming) tanto più si creeranno offerte di ogni genere (escluse, si intende, quelle partorite dai “furbetti profittatori” che rovinerebbero tutto).
Il Turismo implica un comportamento etico, sia fra gli esseri umani sia nei confronti dell’ambiente. Se non traduciamo questo termine nella pratica quotidiana, beh allora abbiamo ciò che vediamo e che effettivamente meritiamo.
Una massima zen recita: “Quando l’allievo è pronto, il maestro appare“.
Fuor di metafora, qui si parla di scuola della vita. Gli allievi siamo tutti noi, cittadini-consumatori-viaggiatori-negozianti-imprenditori-governanti, e quando ci comportiamo secondo etica, appare di conseguenza il turismo giusto per noi (il maestro), che ci arricchirà di cultura, di denaro, di scambi culturali e via prosperando…
Buona riflessione,
Clara
Per approfondire
- Il turismo straniero in Italia
- Turismo in Italia
- Italia, Paese di hotel a tre stelle: il 46% dei 33.290 alberghi non arriva alle categorie superiori
Immagine in evidenza: © Fototeca ENIT Gino Cianci
1 thought on “Il Turismo giusto per noi”