Momenti di svolta: sventure od opportunità?

Qualche sera fa, ho visto alla televisione Chef – La ricetta perfetta.

Un film eccezionale, in totale sintonia con il mio personale Manifesto per il successo, che predico ormai da un bel po’ di tempo.

Passione, impegno, fiducia in se stessi e sicurezza nelle proprie capacità.

Nel corso degli anni, ho notato come la vita ci offra delle svolte, che noi vediamo al momento come sventure ma che in realtà sono la nostra più grande opportunità.

A proposito di svolte che da sventure si trasformano in opportunità, ti racconto un altro pezzo di storia familiare 🙂

Ricorderai cosa successe a mio padre quando aprì il suo primo negozio (se hai voglia e piacere di ri-leggerlo, ne parlo qui).

Ora ti rivelo gli antefatti, e come ne venni a conoscenza.

Correva l’anno 1974, l’anno della mia maturità…

In un giorno d’estate, che ricordo molto caldo, stavo dietro il banco con mio padre quando vedemmo passare l’autobus; l’autista era sudatissimo e alla fermata che era proprio fuori dalla nostra gelateria prese di tasca il suo fazzoletto per asciugarsi il sudore.

Osservando la scena mio padre disse: “Se penso che oggi avrei potuto essere lì come lui! Invece guarda sono qui, ho un bellissimo bar gelateria, sono indipendente e ho potuto permettermi di offrire a mia figlia gli studi e tante altre soddisfazioni che questo lavoro mi da ogni giorno“.

A sentirlo parlare così, presa alla sprovvista, esclamai: “papà non me ne avevi mai parlato!“.

E lui allora proseguì il suo racconto.

Sì, figlia mia, all’epoca tu avevi circa sei mesi, io avevo finito la stagione dei gelati e da un paio di mesi avevo trovato lavoro come manovale in una impresa edile, la “Bertolo”, che stava costruendo un grande immobile nel centro di Sanremo. I lavoratori erano tutti occupati negli scavi per impiantare i pilastri in cemento armato, il lavoro era pesante perché le costruzioni nel 1955 non erano sostenute dai macchinari di oggi (era il 1974, ndr), tutto era dovuto alla forza dei lavoratori“.

Verso una prima svolta

A questo punto, il racconto di papà mi rivelò per la prima volta un episodio a prima vista drammatico.

Un giorno ebbi un incidente e la mia schiena ne pagò le conseguenze. Tre mesi a letto senza paga e con la prospettiva di non poter più riprendere lo stesso lavoro. In quel periodo i trasporti pubblici iniziavano ad aumentare e qualcuno mi parlò di un ingegnere che abitava a Torino, e che era il proprietario della STIP (società trasporti pubblici italiani). Quel conoscente mi disse che se mi fossi presentato direttamente all’ingegnere sarei stato assunto“.

Cosa pensi abbia fatto mio padre? Continua a leggere e lo scoprirai.

Ne parlai con tua mamma e partimmo per Torino, arrivammo dall’ingegnere che ci ricevette senza problemi. Era veramente un signore ben disposto a aiutare chi gli si avvicinava. Scrisse una lettera e me la donò dicendomi di presentarmi a Sanremo nell’ufficio di via Volta dove si trovava il suo ragioniere. Immagina come ero felice! Ero sicuro che la settimana seguente avrei potuto iniziare la scuola guida per autobus. Passò un giorno per il viaggio di ritorno, e l’indomani ero già nell’ufficio del ragioniere al quale con sicurezza e un sorriso sulle labbra porsi la lettera di assunzione firmata dal suo datore di lavoro. Lui lesse la lettera, mi guardò e mi disse ‘Signor Morena lei oggi ha un lavoro?’. ‘Sì, gli risposi, sto lavorando con l’impresa edile Bertolo, ma non potendo fare più certi sforzi per via della mia schiena cerco un altro lavoro’“.

Era una risposta onesta, fatta senza sotterfugi, la risposta di un padre di famiglia che cerca un nuovo lavoro più consono alle sue possibilità. Ma l’effetto che ottenne non fu certo quello che mio padre si sarebbe aspettato…

Il ragioniere strappò la lettera e la gettò nel cestino, dicendomi che altre persone con figli a carico non avevano neanche l’ombra di un lavoro. E così respinse la mia assunzione e mi buttò fuori da quell’ufficio di via Volta a Sanremo“.

Non è una cosa che assomiglia tanto ad una sventura, questa?

La prima reazione di mio padre fu proprio quella tipica di fronte  ad un evento considerato avverso.

Ero furioso, pensando a tutti i soldi spesi per quel viaggio. Pensavo che non avremmo avuto altro denaro per un certo periodo. Ti giuro Clara che l’ho stramaledetto, gli augurai di tutto perché ero proprio immerso nel buio più buio“.

Quel buio più buio si fugò qualche tempo dopo. Arrivò il primo negozio, e poi arrivò il bar gelateria, con la sua storia di successo. Quella che ha portato papà ad esprimersi così…

Sai che oggi ogni volta che vedo un autista dell’autobus penso a quel ragioniere e lo ringrazio pentito per tutto ciò che gli avevo augurato. Bacerei la terra dove lui cammina, perché se siamo qui in questo bellissimo posto lo devo proprio a lui!“.

La morale della storia

La vita offre ogni giorno delle opportunità, e queste emergono nei nostri momenti più bui.

Nei nostri momenti peggiori si manifesta sempre qualcosa o qualcuno pronto a darci una mano in positivo o negativo, ma più è negativo più ci da il tempo

  • di riflettere,
  • di pensare,
  • di correggerci,
  • di migliorarci,
  • di inventare,
  • di far funzionare la nostra intelligenza innata, la nostra creatività…

Tutti noi abbiamo almeno una qualità che conosciamo bene e che potrebbe diventare il nostro perno, la nostra forza, la nostra fonte di ricchezza.

Sta sempre a noi avere l’attenzione e l’umiltà di vederla, di accettarla o rifiutarla. In ogni istante, ognuno di noi prende delle decisioni. Ci alziamo o no, beviamo o no, mangiamo o no, andiamo a prosperare o no, oziamo o no…

Si tratta sempre di prendere una decisione, anche quella di non decidere è una decisione e ogni decisione determinerà una sua storia che si srotolerà giorno dopo giorno e che forse in un tempo futuro racconteremo… Chissà!

Con amore,
Clara


Ci troviamo continuamente di fronte a una serie di grandi opportunità brillantemente travestite da problemi insolubili.

John William Gardner

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