Ogni domanda crea la sua offerta

Secondo i dati della Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) Roma, nel solo centro storico della Capitale si contano 1.573 ristoranti, 900 bar, 110 gelaterie, a cui si uniscono 343 take away.

Numeri che, secondo Fabio Spada, presidente di Fipe Roma, non lasciano dubbi su un eccesso di offerta, certo nella capitale d’Italia, ma anche per molte altre città italiane.

Proprio l’eccesso di offerta, insieme all’aumento di locali di ridotte dimensioni e senza servizio, e la possibilità per chiunque, anche in forme abusive, di vendere bevande alcoliche sono – sempre a detta di Spada – le cause principali alla base del fenomeno della mala movida. Per questo è ormai fondamentale intervenire su questi aspetti, bloccando in primo luogo le nuove aperture, a cominciare da take away, minimarket e chioschi. Alcuni sindaci in diverse città italiane hanno già operato in questa direzione, per salvaguardare l’ordine pubblico e il decoro dei centri storici, e sarebbe opportuno che anche Roma seguisse questo esempio“.

Il presidente di Fipa Roma ha espresso la sua posizione a luglio 2017, a seguito dell’ordinanza emanata sul tema dal sindaco di Roma contro la vendita di bevande alcoliche e il loro consumo in ogni angolo della città.

Eccola.

Non sono le ordinanze la soluzione contro la mala movida. Serve piuttosto un corpus di regole strutturali per arginare il proliferare incontrollato di un microcosmo di minimarket, take away e tutti quei piccoli esercizi commerciali che operano con personale ridotto al minimo e in spazi limitati favorendo la concentrazione della clientela (e il relativo consumo) all’esterno“.

Dal caso romano, emerge chiaramente che l’eccesso di offerta è nefasto per il turismo, ed anche per la qualità della vita dei cittadini. Gli squilibri portano al declino e al degrado.

La soluzione? Presto detta. Avere un piano della città con tutti i tipi di negozi merceologici i quali devono essere distribuiti in giuste proporzioni.

In questo articolo, parlo di come aumentando la domanda, cresce di conseguenza anche l’offerta  innescando un meccanismo che genera un equilibrio.
Se si eleva troppo l’offerta, sia il turista sia il cittadino, ne restano come nauseati, si sentono oppressi e defraudati della loro libertà di scelta.

Rimettere l’ordine dipende dall’amministrazione comunale.

Sono sempre dell’idea che ogni Comune dovrebbe avere una chiara mappa dove subito a colpo d’occhio si ha l’immagine complessiva di cosa sta succedendo nella città.

Anche il governo dovrebbe avere costantemente la mappa generale con tutti i ministeri e relative entrate e uscite per ognuno, per che cosa vengono spesi e dove vanno a finire i soldi. Si risolverebbero molte iniquità, imbrogli, e si evidenzierebbero subito i responsabili delle varie iniziative.

Impariamo a fare le mappe e la nostra vita, la nostra attività, la nostra impresa funzioneranno meglio.

Girando per la città fra un caffè e l’altro mi godo i diversi gusti e i diversi modi di essere servita.

Buon caffè,
Clara

 

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