Questione di pratica… o di grammatica?

Da almeno quindici anni rifletto e faccio ricerche su come le persone mantengono il loro status scolastico nell’arco della vita.

Foto via skuola.net

Mi sono domandata più volte perché, quando andavo a scuola e nel contempo aiutavo i miei genitori dietro il banco del bar gelateria, sentivo spesso ripetere da molte persone la frase

Val più la pratica della grammatica

e anche

Primi a scuola, ultimi nella vita

Fu proprio quindici anni fa che cominciai a capire il significato di queste parole.

Fu in barca a vela con il mio amico Jo, quando lo aiutavo ad attraccare eseguendo i suoi ordini alla mia maniera. Sì, alla mia maniera perché conoscevo perfettamente ciò che ero in grado di fare velocemente e cosa no. Siccome sui velieri la destrezza nei movimenti in certi momenti è di massima importanza, in quel frangente usavo quella che Jo aveva definito “la mia Intelligenza Pratica”.

L’Intelligenza pratica

Questa espressione di Jo è rimasta vivida nella mia mente.

Finita la vacanza, cominciai a cercare fra le persone di successo quali titoli di studio avessero conseguito. Una ricerca che, ovviamente, prosegue ancora oggi 🙂

Con mia grande sorpresa, mi apparve la realtà: la maggior parte di loro non avevano seguito studi universitari ed a volte neanche quelli superiori.

Qualche nome?

Nel mondo della cultura e dello spettacolo, ci sono gli italiani Eugenio Montale (Nobel per la letteratura nel 1975), Roberto Benigni (Premio Oscar), Dario Fo (Nobel per la letteratura nel 1997), l’editore Arnoldo Mondadori, Vittorio De Sica, Federico Fellini.

Ancora, Piero Angela, il giornalista scientifico più famoso della televisione, ed Enrico Mentana, direttore del seguitissimo e apprezzato tg de La7.

Passando al mondo della tecnologia, troviamo nomi che hanno fatto la storia degli ultimi venti anni. Steve Jobs, Mark Zuckerberg, Bill Gates. E ancora, Jerry Yang (cofondatore di Yahoo!), Steve Wozniak, Tom Anderson

E come dimenticarsi di Coco Chanel, regina della moda femminile?

L’elenco completo sarebbe molto lungo! E anche se molti di questi personaggi hanno ricevuto la laura honoris causa nel corso della carriera, non possiamo ignorare un semplice fatto:

di miliardari e grandi capi d’azienda senza laurea in tasca ce ne sono parecchi.

C’è un’altra frase che mi torna alla memoria, che proviene dal mio insegnante di morfopsicologia. Lui spiegava che l’intelligenza non è un fattore di memoria, e che si tratta invece del trovare la soluzione di come cavarsela nella vita.

Tempo dopo, al corso di ipnosi la mia insegnante ci parlò di Howard Gardner, psicologo e insegnante americano di origine ebraica, che osservava e seguiva i bambini dai banchi di scuola fino all’età adulta ed aveva notato che il rendimento scolastico non rispecchiava, da adulti, con la capacità di riuscita nella vita.

Da Gardner nacque il concetto di intelligenza emozionale a cui sono legati gli studi e la teoria delle intelligenze multiple.

Ecco le sette tipologie di “intelligenza”:

  • Intelligenza logico-matematica
  • Intelligenza linguistica
  • Intelligenza spaziale
  • Intelligenza musicale
  • Intelligenza cinestetica o procedurale
  • Intelligenza interpersonale
  • Intelligenza intrapersonale

La parola chiave di questa nuova concezione dell’intelligenza umana è multipla. Ovvero, Gardner dimostra l’infondatezza della visione dell’intelligenza come fattore unitario immutabile e misurabile in termini di Quoziente d’intelligenza, il famoso Q.I., a vantaggio di una visione dinamica, le cui risultanze sono, in sostanza, la sintesi di una gamma di talenti. Ogni talento è intelligenza sviluppata più di altre.

Continuando le mie ricerche, sono arrivata ad alcune conclusioni, seppure non definitive visto che il viaggio è tuttora in corso. Oserei così dire che in qualsiasi nuovo campo l’uomo si impegni sviluppa nuove intelligenze.

L’essere umano è un essere infinito e come tale ha infinite possibilità di vincere.

Ad ogni suo progetto deve solo aggiungere degli ingredienti fondamentali:

  • determinazione,
  • ostinazione,
  • forza di volontà.

Va da sé che lo studio e la formazione siano importanti, lungo tutto il corso della vita. La laurea rimane un traguardo importante, anche se non si può considerare una conditio sine qua non per il successo!

La questione di fondo per me è questa:

c’è da riflettere sul nostro potenziale e su quanto noi, spesso, non lo vediamo nemmeno!

Clara

 

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